mercoledì 18 gennaio 2012

Le 20 regole del giallo secondo S.S. Van Dine


Nel 1928, S.S. Van Dine, papà di Philo Vance, scrive su una rivista americana le 20 regole da seguire per scrivere un giallo degno di tal nome. Qui di seguito troverete le famose rules e i relativi personalissi commenti da parte mia.
  1. Il lettore deve avere le stesse possibilità del detective di risolvere del mistero. Tutti gli indizi devono essere chiaramente descritti. Sono assolutamente d'accordo. Non posso negarlo: io giudico un giallo innanzitutto da questo; se non arrivo alla soluzione ma voltandomi indietro riconosco tutti gli indizi tendo a giudicare il romanzo in maniera positiva; in caso contrario cestino. Un caso a parte è rappresentato da Conan Doyle, ma questa è un'altra storia.
  2. Sul lettore non devo essere messi in atto giochetti e astuzie diversi da quelli esercitati sul detective. Ancora una volta ha pienamente ragione.
  3. Sono bandite le questioni di cuore. Lo scopo è quello di portare un criminale alla giustizia e non una coppia innamorata all'altare. Mmh...no. Per quanto io sia una purista e non una svenevole, le storielle amorose di sottofondo spesso presenti nei romanzi della Christie non mi hanno mai dato fastidio. Vorrà mica questo americano da strapazzo dar lezioni alla Dame?
  4. Il detective o uno degli investigatori ufficiali non deve mai tramutarsi nel colpevole. Questo è gioco sporco. Ha ragione e quando la Christie lo ha fatto è stata perdonata solo per via del periodo che stava passando
  5. Il colpevole deve essere scoperto tramite deduzioni logiche, non per caso, coincidenza o confessione. Questa è un'ovvietà.
  6. Il giallo deve avere un detective e un detective non è tale se non investiga. La sua funzione è quella di collezionare gli indizi che lo porteranno all'arresto del colpevole. Anche questo è ovvio...ma che gialli leggeva Van Dine?
  7. In ogni giallo deve esserci almeno un cadavere; nessun delitto inferiore all'omicidio può far classificare un libro come un giallo. Sì e no; sono d'accordo per quanto riguarda i romanzi, molto meno per i racconti. Holmes e Christie ci hanno regalato splendide storie brevi anche su "semplici" furti.
  8. La risoluzione deve avvenire senza l'ausilio del sovrannaturale. E certo...altrimenti è fantascienza! Sono rigidissima sotto questo punto di vista.
  9. Per ogni romanzo deve esserci un solo detective, un solo deus ex machina. La presenza di più investigatori non solo rischia di distogliere il lettore ma rappresenta anche uno svantaggio a scapito dello stesso. Mmh..no, dipende dalla bravura dell'autore. Certo, mettere dieci investigatori è improponibile ma una coppia di detective non ha mai fatto male a nessuno e, per quanto io non sia una loro grandissima fan, Tommy e Tuppence si sono fatti valere senza portarmi alcun turbamento.
  10. Il colpevole deve essere qualcuno che ha avuto un ruolo più o meno importante nella storia. Beh, certo...se si scopre che l'assassino è il lattaio di cui scopriamo l'esistenza solo alla fine scanno l'autore!
  11. Un servitore non deve essere scelto come colpevole, è una soluzione troppo facile, mentre l'assassino dovrebbe essere insospettabile. Allora: presumo che all'epoca di Van Dine i gialli pullulassero di maggiordomi-killer. Credo che le cose da allora siano cambiate quindi ritengo questa regola alquanto datata.
  12. Non importa quanti omicidi abbia commesso, il colpevole deve essere uno solo; ovviamente può avere avuto un complice, ma la colpa deve ricadere su un'unica persona. Mmh..sì; il capro espiatorio funziona e funzionerà per sempre.
  13. In un giallo non c'è posto per società segrete, mafia, camorra e simili. Assolutamente intransigente anche su questo.
  14. Il metodo usato dall'assassino e la sua scoperta devono essere razionali e scientifici. Quindi niente cose alla CSI tipo foto piccolissime e pixelose che inserite in un computer speciale diventano giganti e nitidissime :D
  15. La soluzione al problema deve essere sempre evidente. È quello che dico sempre anche io: se, finito il libro, mi guardo indietro devo dirmi "stupida! come hai fatto a non arrivarci, era lì davanti al tuo naso!"
  16. Un romanzo giallo non deve lasciar spazio a lunghi passaggi descrittivi, alta letteratura, psicologia del personaggio troppo approfondita. Sì, in questo sono d'accordo. Per me il giallo è un giallo. Se leggo un libro intimista o iperdescrittivo o pretenzioso potrà anche essere un ottimo romanzo ma non sarà mai un giallo a prescindere dal numero dei morti.
  17. Il colpevole non deve mai essere un ladro/killer professionista. Preferisco anche io che l'assassino sia un insospettabile prete.
  18. Un crimine non deve mai tramutarsi in incidente o in un suicidio. Niente da obiettare.
  19. Il movente deve essere sempre di carattere personale. Complotti internazionali e guerre politiche appartengono a un altro genere. Sì sì.
  20. Di seguito una serie di espedienti troppo utilizzati in passato che un buon autore non vorrà mai utilizzare per evitare la banalità:
  • La scoperta del colpevole tramite un mozzicone di sigaretta lasciato sulla scena del crimine che coincide con la marca di quelle fumate dal sospettato
  • L'utilizzo di una seduta spiritica per terrorizzare il colpevole e portarlo all'autotradimento o alla confessione
  • Impronte digitali falsificate
  • Un'alibi creata da un fantoccio
  • Il cane che non abbaia vedendo il colpevole dimostrando così la sua familiarità
  • Il colpevole ha un gemello innocente
  • Siringhe ipodermiche e gocce soporifere
  • l'omicidio effettuato in una camera chiusa dopo che questa è stata aperta
  • associazioni di parole che dimostrano la colpa
  • codici segreti decifrati
Da Christiana trovo che queste regole si avvicinino molto al mio modo di vedere un romanzo giallo e onestamente le trovo ancora molto attuali.
E voi cosa ne pensate?

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